La Calabria, con il suo clima mediterraneo e i suoi terreni variegati, vanta una delle tradizioni olivicole più antiche e ricche d’Italia. Se da un lato il comparto si regge su cultivar ampiamente diffuse come la Carolea, dall’altro un tesoro ancora poco esplorato – ma di straordinario valore – è rappresentato dalle varietà olivicole minori, spesso legate a singole vallate, microterritori o comunità contadine. Si tratta di un patrimonio genetico e culturale unico, oggi a rischio di estinzione, ma che può diventare un volano di crescita economica per la regione, proprio grazie alle sue peculiari caratteristiche organolettiche e al legame profondo con il territorio. Il dott. agr. Thomas Vatrano, corrispondente dell’Accademia Nazionale dell’Olivo e dell’Olio di Spoleto, da anni lavora alla tutela e valorizzazione delle varietà olivicole minori, spesso trascurate a causa della tendenza alla globalizzazione dei mercati e a scelte agronomiche che puntano a modelli produttivi ispirati alla Spagna o che riducono al minimo il lavoro manuale, oggi quasi utopistico. È il caso della cultivar Pennulara che, grazie al lavoro costante di poche aziende visionarie, oggi è presente sui mercati nazionali e internazionali e vanta riconoscimenti in concorsi oleari di prestigio, come il Leone d’Oro International, Flos Olei, Bibenda, London IOOC Competition, e molti altri. Vatrano, già direttore tecnico dell’Associazione dei Produttori della Pennulara, ha svolto attività di monitoraggio del piccolo ma interessante areale olivicolo legato a questa cultivar, un patrimonio di alto pregio storico e naturalistico, apprezzabile solo visitandolo di persona.
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