• 30/04/2021
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di Maurizio De Caro


Si sovrapporranno parole, termini, concetti più o meno profondi, per il Salone del Mobile 2021 ecco rincorrersi fiumi di: Rinascita, Rinascimento, Milano motore del paese, creatività indiscussa, volontà di uscire dal tunnel.

Tutto previsto ma la verità è che la data per il salone confermata per settembre, ci impone quell’entusiasmo della ragione, consapevoli che niente sarà come prima e quindi la manifestazione assumerà un carattere realmente innovativo, etico, sociologico , in poche parole: un Nuovo Salone.

“Non solo stand ma racconti”, non solo “oggetti ma progetti”, tutto rivisto dopo l’isolamento pandemico che non ha mai fiaccato lo slancio commerciale e la spinta concettuale della grande Kermesse che sarà altro ma, non sappiamo esattamente cosa.

Il Neo-Salone dovrà partire da esigenze diverse, da considerazioni meno formali, estetiche per dare risposte etiche all’universo degli oggetti che “curano” la nostra vita, modificandola e rendono meno problematico il nostro attraversamento del pianeta.

Non sarà una questione di stile, di stili, di neo-Bauhaus contemporanea ma, ogni paradigma dovrà trovare la condizione di necessità semantica, prima della defatigante ricerca dell’ossessione paranoica del bello, una collaborazione tra discipline, tecniche, culture del progetto.

Tutta la storia recente ci parla costantemente di questa necessitàcome se l’aspetto commerciale fosse una conseguenza marginale dello spirito estetico che impone continue e imprevedibili vitalità formali, funzionali e creative.

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