• 18/10/2017
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Sebbene sembri impossibile, il dato di fatto è che il settore agroalimentare in Italia non è autosufficiente.  Per  garantire le domande nazionali ed estere, si deve quindi, ricorrere al reperimento di  materie prime provenienti da altri Paesi, prassi ormai consolidata e altrettanto conosciuta dagli addetti ai lavori. L’industria alimentare italiana, pertanto, è costretta a fornirsi oltre i confini nazionali per aumentare il livello di produzione e soddisfare le richieste di tutta la grande distribuzione.

Questo rapporto, se pur necessario dal punto di vista aziendale, spesso è tradotto e condotto in cattiva comunicazione e falsa informazione, tant’ é che al grande pubblico arriva pubblicità tendenziosa, del “Made in Italy”, pur nel rispetto delle normative vigenti dello Stato italiano e dell’Unione europea sulla tracciabilità degli alimenti.

Questo stato di cose, purtroppo, non consente alle micro imprese di crescere e di sviluppare la propria azienda in termini finanziari e occupazionali e nello stesso tempo creare economia di scala territoriale, poiché non concorrenziali sui mercati nazionali ed esteri , in termini di quantità e prezzi.

Oggi è necessario cambiare radicalmente la cultura del “Made in Italy”, sostenere le materie prime di origine italiana e riconquistare il mondo dell’agricoltura, quale  valido strumento per il benessere e per il lavoro.

Le innovazioni tecnologiche e le competenze necessarie nel settore agroalimentare, devono spingere i giovani a diventare il vero volano di sviluppo del “Made in Italy” e ambasciatori della cultura e della tradizione italiana.

Distinguiamo dunque il vero prodotto italiano, frutto delle nostre cultivar, garantiamo a tutti i cibi e i gusti della nostra terra, del nostro mare e delle nostre tradizioni, nati e cresciuti in particolari ambienti climatici e naturali, sinonimo di qualità e genuinità.

Il prodotto italiano, oggi deve rappresentare l’identità territoriale e perciò deve necessariamente avere  radici italiane.

Certamente l’ambiente e il brand italiano in questi comparti offrono garanzie e certezze, e di questo ne  siamo orgogliosi, ma non di poco conto  sono le capacità e la professionalità degli italiani, sempre più qualificati e innovativi.

Lo sosteniamo fermamente, e come Accademia delle Imprese Europea, riteniamo indispensabile una seria riflessione e valutazione sui principi delle normative e dei regolamenti del settore agroalimentare,  per dare voce e forza al nostro territorio, alle piccole imprese, veri protagonisti dei valori della nostra terra, ai nostri giovani che credono, ancora, nel nostro meraviglioso Paese.

Consideriamo, pertanto i “prodotti identitari italiani” l’origine della nostra terra, il vero “Made in Italy”, “con la relativa certificazione di nascita”,  mentre possiamo dire che i prodotti lavorati e trasformati in Italia, utilizzando in parte, materie prime provenienti da altri paesi, si possono definire “Eccellenze Italiane”, dove sicuramente  la genialità e la passione della manualità italiana fanno la differenza, ma è altra cosa.