Il 21 novembre è andato in onda su Studio Aperto, il notiziario di Italia Uno, il servizio di Federico Pini “Il pane sprecato”.

“[…] Ogni giorno si sprecano 13mila quintali di pane, una perdita che ogni anno corrisponde a 43milioni di euro. I panificatori dicono che bisogna intervenire sulla grande distribuzione.

  • Lo spreco, quello intollerabile, lo produce la grande distribuzione, (è quanto afferma Claudio Conti Presidente nazionale Assipan), la quale ordina quantitativi di pane superiore del 40-50% a quello che sarà poi l’effettivo smercio, non ce lo paga e ci obbliga anche allo smaltimento del prodotto.

Una circolare del ministero della salute 2003 chiarisce che i panini diventano un rifiuto da smaltire quando a fine giornata all’ora di chiusura di un panificio vengono  tolti dai cestini e riposti in altri contenitori. L’unica possibilità è che i volontari si presentino in tempo per ritirarli e donarli ai poveri. Se la legge non agevola sono i gesti solidali a fare la differenza” (Fonte Studio Aperto)

In Italia lo spreco alimentare è di 15 miliardi di euro, 12 miliardi lo spreco a livello domestico, a cui si aggiungono 3  miliardi di filiera, tra produzione e distribuzione, si stima che la sola grande distribuzione getta ogni anno nella spazzatura 220.000 tonnellate di cibo.

Più catastrofica la situazione stando ai dati  del Barilla Center for Food and Nutrition, “ogni anno diamo vita ad uno spreco di 1,3 miliardi di tonnellate di cibo all’anno (un terzo della produzione mondiale). Entro il 2030 saliremo a circa 2,1 miliardi di tonnellate (+61,5% rispetto a oggi), con ulteriori danni a livello sociale, economico e ambientale.” (Fondazione Barilla).

Siamo un Paese,  secondo un’analisi Last Minute Market, dove gli sprechi alimentari fanno perdere un valore annuale stimato pari a ben 37 miliardi di euro, sufficienti a garantire l’alimentazione per 44 milioni di persone.

Per limitare questi sprechi nel settembre del 2016 è entrata in vigore la legge 166/2016, la cosiddetta norma “antisprechi”, lo scopo della legge è ridurre gli sprechi lungo tutta la filiera agro-alimentare, favorendo il recupero e soprattutto la donazione dei prodotti in eccedenza, con l’introduzione di semplificazioni burocratiche che dovrebbero facilitare le donazioni di cibo a fini di solidarietà sociale, stando al Rapporto SDGs 2019, diffuso dall’Istat, nel nostro Paese sono più di 17 milioni a rischio povertà.

La legge infatti incoraggia e spinge a donare prodotti che presentano solamente alterazioni dell’imballaggio, prodotti in scadenza, prodotti agricoli che restano sul campo, pane in eccedenza, come ha denunciato il servizio di Federico Pini.

L’obiettivo della legge è quello di dimezzare gli sprechi favorendo comportamenti virtuosi, tra i punti importanti anche la riduzione della tariffa sui rifiuti (Tari) alle attività commerciali e produttive che donano gratuitamente le eccedenze alimentari ai più bisognosi, l’introduzione nei ristoranti delle c.d. doggy bag, il sacchetto che il cliente di un ristorante può chiedere per portare gli avanzi a casa e soprattutto l’introduzione nelle scuole dell’insegnamento all’educazione alimentare e alla lotta agli sprechi, tenuto conto che lo spreco maggiore avviene in famiglia occorre puntare proprio su giovani e giovanissimi per creare una nuova società sostenibile.