Al via la piattaforma on line per vendere i prodotti locali made in Italy di Claudio Bernieri

La Patata dell’Aspromonte? Chi la conosce? Tutto facile, se la illustre patata sarà munita di marchio PIT , ovvero Prodotto Identitario Territoriale.

Nel portale online Città Italia, il consumatore potrà sapere tutta la storia del tubero commestibile. Da dove viene la mozzarella di bufala? Da quale comune? Da quale azienda? Il latte è veramente italiano? Sì, certifica il PIT: perché fornisce una dichiaraziine del comune di origine rilasciata direttamente dal sindaco con approvazione della giunta comunale. Ovvero, prodotti d’eccellenza a km.0 di piccoli produttori, che ora Città Italia vuole vendere in tutto il mondo.

Un Bio supermercato on line, dunque. Ma non bastava il marchio Dop? chiederà qualche consumatore.

“Prendiamo il cosiddetto Made in Italy – spiega Giuseppe Ariobazzani, esperto di marketing e anima del PIT – Ma la materia prima da dove viene? Una aranciata è made in Italy, ma le arance magari vengono dalla Spagna. Il PIT è il marchio di tracciabilità di un prodotto. Noi vogliamo salvaguardare le piccole imprese che a causa della grande distribuzione hanno delle serie difficoltà a sopravvivere. E’ una vera carta di identità, il marchio PIT: il consumatore sa dove viene il prodotto, dove viene lavorato, da dove vengono le materie prime, conosce tutta la filiera produttiva. Il PIT è il certificato di nascita di un prodotto”.

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